Discarica La Torre, in Appello assolti tutti, anche Rabbuffo e l'ex dirigente D'Antonio: le parti civili dovranno pagare le spese

TERAMO – Dodici anni dopo per il crollo della discarica La Torre non c’è più alcun colpevole. I giudici della Corte d’appello dell’aquila oggi hanno asolto con formula piena tutti gli imputati dell’inchiesta per disastro colposo che scattò all’indomani del 7 febbraio 2006, quando vennero giù, in un laghetto confinante, tonnellate di rifiuti. Dopo cinque anni dal giudizio di primo grado, sono stati scagionati anche gli unici due condannati del gruppo iniziale di indagati, l’ex assessore all’ambiente della giunta Chiodi, Berardo Rabuffo, e l’ex dirigente comunale Nicola D’Antonio (condannato in primo grado a un anno e 4 mesi con pena sospesa). Assoluzione dunque confermata per l’allora sindaco ed ex Governatore, Gianni Chiodi, e per gli ex dirigenti del Settore Rifiuti della Regione Abruzzo, Franco Gerardini e Massimo Di Giacinto, contro la cui assoluzione aveva fatto ricorso la Procura, oltre dunque ai già citati Rabbuffo e D’Antonio (che avevano appellato la condanna). Il collegio ha inoltre condannato le parti civili al pagamento delle spese di giudizio. Dalla prima udienza d’appello a oggi sono trascorsi cinque anni, perchè è stata necessaria la pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dalla difesa di D’Antonio, relativa alla durata prescrizionale del reato di disastro colposo, in questo caso nella fattispecie del crollo, attualmente fissato in 12 anni. La decisione della Corte ha sbloccato il processo nello scorso giugno e oggi la sentenza, in cu è passata la linea difensiva del pool di legali impegnati nella discussione (composto dagli avvocati Guglielmo Marconi, Giovanni Moretti, Enrico Mazzarelli, Mauro Di Dalmazio, Francesco Mastromauro. A tutt’oggi la discarica resta ancora in attesa di essere bonificata e chiusa per sempre, menmtre il Comune paga ogni anno centinaia di migliaia di euro pubblici per lo smaltimento del percolato.